Wayward Pines: recensione della serie TV sul futuro distopico

Wayward Pines è una serie tv che ricorda per certi versi la serie cult Twin Peaks. E’ un thriller che ha per protagonista Ethan Nurke, agente dei servizi segreti che giunge nella cittadina per ritrovare due agenti federali spariti.

La trama è piuttosto ricorrente, nel senso che tutto si svolge a Wayward Pines, città al solito tranquilla dove tutti si fanno i fatti di tutti. Pare non succedere mai nulla di eclatante, e a tratti il tutto potrebbe apparire come un copione già visto ma non è così.

Fino a metà della stagione nulle di sorprendente, Matt Dillon compreso: il thriller prosegue con qualche tocco di soprannaturale e nulla più. Arriva poi la novità che ti fa saltare sulla sedia o sul divano: la fantascienza che balza nella serie.

Scopriamo infatti che tutti gli abitanti di Wayward Pines erano stati ibernati e poi scongelati per riuscire a salvare la razza umana che finiva con lo scomparire. Ecco che allora si cominciano a vedere argomenti diversi come criogenia, mutazioni e un futuro distopico.

Proprio questo è il momento migliore di tutta la serie, quello che non ti aspetti, e che finalmente fa uscire dall’ovvietà Wayward Pines. Certo, il tutto accade a metà dei dieci episodi, ma meglio tardi che mai.

Per quanto riguarda la scrittura, la serie non presenta grandi svarioni e tutto avviene seguendo un filo logico, senza mostrare buchi o lasciare domande prive di risposta. In genere nelle serie tv ci sono particolari che rimangono spesso senza conclusione, cosa che qui non succede.

Tutto sembra andare a posto e vengono svelati il motivo per cui Pilcher non dice a tutti come stanno realmente le cose o le domande di fantascienza. O ancora il cammino della sorella che riesce a uscire dal lato oscuro, la natura degli zomboidi fuori città, i problemi di cuore e di famiglia di Ethan.

A fronte di questi aspetti positivi restano però problemi legati alla serie tv che per funzionare davvero bene dovrebbe essere un prodotto di qualità in tutti i sensi. Ad esempio i dialoghi, che sembrano cadere nella noia più totale a parte quando ci sono rivolti scientifici.

In pratica la serie sembra cominciare davvero a metà stagione, perché i primi quattro episodi sono molto simili tra loro e con poca carne al fuoco. Il rischio molto realistico è che tanti spettatori non ce l’abbiano fatta a vedere la sorpresa centrale, perché hanno abbandonato prima la serie.

Anche scene e sfondi non dicono nulla di veramente nuovo, a parte qualche angolo più particolare legato soprattutto al momento della rivelazione. Le emozioni sono limitate sempre alla parte centrale e ovviamente al finale che vede la morte di Ethan. L’agente si fa infatti esplodere dentro un ascensore, in maniera neanche troppo sorprendente.

Chi si aspetta un sequel rimarrà deluso perché in realtà la serie è stata cancellata e non ci sarà mai un finale vero e proprio. Si può considerare conclusa con la morte di Ethan, protagonista della vicenda principale. Per finire possiamo dire che l’idea iniziale era abbastanza buona ma non ha trovato sostegno nello sviluppo della trama, che l’avrebbe resa un prodotto migliore.

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